“E’ tardi… gli uomini hanno fatto troppo male a questo bosco, questo bosco è destinato a morire.
Ma non tutto è perso.
Sono io l’Albero Maestro, sono venuto dopo tanti prima di me e altri ne verranno quando io non ci sarò più.
Ho vissuto in questi boschi dando spazio agli uccelli per fare il nido, ascoltando la voce del vento e del temporale. Con le mie radici ho tenuto in vita gli altri alberi della foresta, ho passato informazioni, linfa, combattuto le malattie. Siamo tutti connessi noi alberi, sotto la terra. Non possiamo vivere gli uni senza gli altri.
Ora però non posso fare nulla contro gli umani. Il bosco finirà. Ma ricorda Roccia:sette volte bosco, sette volte prato e tutto tornerà com’era stato.
Ora l’uomo distrugge, ma di nuovo questo bosco tornerà. Sette volte il bosco muore, sette volte il bosco rinasce.”
“Ma come farà a rinascere se gli uomini lo distruggeranno?” chiesi io piangendo.
“Tu mi aiuterai in questo. Vai dal Grande Gufo, fagli mandare qui tutti gli animali più piccoli, scoiattoli, api,farfalle, ghiri.
Gli animali più piccoli sono quelli più importanti per un bosco.
Devi dire loro di raccogliere le nocciole, i semi, il polline, le ghiande, tutti frutti di questo povero bosco. Gli scoiattoli perderanno per strada le noci, le api disperderanno il polline, gli uccellini faranno la cacca piena di semi e così via. Ed è in questo modo che da un’altra parte potranno nascere altre piante, altri alberi.
E il bosco potrà rinascere e tornare.
Noi alberi non moriamo mai. Tutto ritorna sempre, ricordatelo Roccia.
“Tutto tornerà com’era stato…” dissi io con un sospiro.
“Ma devi fare anche un’altra cosa importante, Roccia.
Devi lasciare la tua grotta e la tua famiglia. Non è più un posto sicuro e tu hai un compito”
“Cosa? Nooo!”
“Vedi quel ragazzo laggiù?”
Io volai un po’ più in là e vidi Marco, quel bambino che mi aveva chiuso nella scatola per aiutarmi… “Sì lo conosco, lui mi ha salvato e …”
“Lo so, lo so… viene sempre qui quando gli uomini finiscono di lavorare alla sera, e raccoglie piantine, coccinelle, fiori e topolini: lui cerca di salvare chi può.
Tu devi andare a vivere nel suo giardino, Roccia, lui ti darà una casa, vedrai, mette nidi dappertutto, per gli uccelli, per i pipistrelli, per le farfalle. Me lo hanno detto gli alberi che vivono nel suo giardino, perché le nostre radici sono sempre in contatto per scambiarci le notizie.
Diventerà un grande scienziato, ne sono sicuro. Lui potrà fare tanto per noi. Aiuterà i boschi a sopravvivere. Proprio perché ora sta piangendo per questo bosco che muore, combatterà per tutta la vita perché non succeda ancora.
Ha bisogno di un animale che lo guidi, e tu potrai farlo, perché sei un animale forte come una roccia e comprendi le parole degli altri esseri viventi, hai questo dono. Stagli vicino. Capirà e imparerà tante cose da te. Anzi, ha già imparato.
Ora vai, sono stanco. Il mio compito è finito”
La betulla tacque, come se non avesse più forza o non avesse più nulla da dire. Rimase solo il vento a scherzare tra le sue foglie.
Più in là, vidi Marco che raccoglieva giovani piantine.
Tirava su con il naso come se avesse pianto. Aveva un baffo di terra sul viso
Feci un piccolo volo di ricognizione attorno a lui e quasi lo sfiorai.
“Ehi tu! Non sarai mica il pipistrello che ho salvato” disse sorpreso e gli scappò un sorriso.
Ma io fui più veloce e fuggii via.
Dovevo andare veloce dal Grande Gufo e dirgli di mandare gli animali a prendere i frutti della foresta prima che fosse troppo tardi.
“Hai sentito Vanessa? Abbiamo un nuovo posto dove vivere d’ora in poi. Il giardino di Marco”
“Ma io ho paura dei brutti farfalloni cattivi che vivono in quel giardino, Roccia!”
“Il sole splende per tutti ,Vanessa! Loro vivono di notte e tu di giorno, e non avrai nulla da temere, perché di notte vivo anche io e ti proteggerò sempre perché sei mia amica. Basta che usiamo la nostra parola d’ordine per ritrovarci”
“E quale sarebbe la parola d’ordine Roccia?”
“Facile, no? Sette volte bosco, sette volte prato…”
“E tutto tornerà com’era stato” mi rispose Vanessa ridendo.
Fine
PICCOLO GLOSSARIO DI QUESTA STORIA
Pipistrelli
È difficile pensare ad un gruppo di animali più innocuo dei pipistrelli. Animali tanto riservati e discreti quanto affascinanti ed eccezionali.
Unici mammiferi capaci di volo attivo, abile e preciso, sono in grado di evitare accuratamente uno scontro con un essere umano, non avendo alcun interesse ad attaccarsi ai vostri capelli. Questa è infatti una delle tante leggende che si sono diffuse sui pipistrelli a causa della cattiva informazione e della loro elusività, che li rende ai nostri occhi animali oscuri e misteriosi.
Non sono ciechi, hanno ben poco a che vedere con i topi e chiaramente non portano sfortuna. Ma soprattutto non sono pericolosi per l’uomo. Spesso si ha paura di quello che non si conosce e la paura ha origine in vecchi racconti e leggende, che, sfortunatamente, vengono puntualmente rinnovati da un’informazione superficiale e a caccia di notizie.
Farfalle
Nei centri abitati più popolosi, dove la temperatura è più elevata e la cementificazione è maggiore, per le farfalle risulta difficile trovare prati, in particolari quelle incolte.
I pesticidi, poi, sono un altro grande problema per le farfalle che dunque non trovano nelle città un ambiente adatto per sopravvivere. Le varietà di piante che possono aiutare le farfalle sono innumerevoli, e variano da esemplare a esemplare.
Il finocchio, ad esempio, è ideale per il macaone, che si nutre esclusivamente di questa pianta; lavanda e fiordaliso forniscono nutrimento agli insetti più adulti; anche il cardo e l’ortica possono risultare d’aiuto. E non importa il piano in cui si abita: anche in quelli più alti, se pianterete queste piante, avrete il terrazzo fiorito e soprattutto che pullula di bellissime farfalle!
Gli alberi si parlano
Gli alberi parlano. Comunicano sempre. Vivono collegati in una rete fatta di segnali chimici che si trasmettono attraverso le radici. Una vitalità sorprendente che è stata scoperta da poco, grazie agli studi e alle ricerche di biologi e studiosi delle foreste come Stefano Mancuso o la canadese Suzanne Simard. I risultati del suo studio analizzano la dinamica con cui le piante, come sistema, interagiscono (e reagiscono) con i problemi di ogni bosco e foresta. Oltre che – e questo è anche più importante – con il cambiamento climatico.
Del resto, anche se i risultati sono nuovi, l’ispirazione viene da lontano, cioè dal classico di Peter Wohlleben, “La vita nascosta delle piante”. Ed è proprio partendo da qui (tesi che Simard studia e discute) che arriva a illuminare una rivelazione: “Le piante sono la base delle foreste, certo. Ma una foresta è molto di più di quanto non si veda. Sotto esiste un altro mondo intero. Un universo fatto di sentieri e strade biologiche infinite, che collegano gli alberi, li fanno comunicare tra loro e li spingono a comportarsi come se fossero un unico organismo. Si potrebbe parlare, appunto, di intelligenza.
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