Questi due si vogliono bene.
Qui li ho sorpresi mentre se la raccontavano da un’ora circa sul muretto. Lei sussurrava e lui allungava leoninanemente le zampe verso di lei.
Sono la versione felina della complicità uomo donna.Eppure non hanno nessun grado di parentela.
Lui è Ghimli, maschio castrato e ha 7 anni. Ho di recente scoperto che essendo un tricolore forse è anche sterile, ironia della sorte, cosa l’hanno operato a fare. Ma me l’hanno recapitato così.
Lei è Emily, giovane paracula assassina di un due anni.È sterilizzata anche lei.
È nata per fare la mamma, avrebbe di sicuro fatto micini strepitosi, ma l’amore certe volte è una merda egoista e io avevo troppa paura che si ammalasse: la Felv nei gatti di campagna compie stragi che ho già avuto dolorosamente modo di sperimentare dal vivo.
Quando si sono incontrati, la piccola aveva due mesi e a suon di soffiate e occhiate giallo cupo lo ha irretito ben bene.
Lei lo adora come se fosse suo padre, lo lecca e accudisce come se fosse suo figlio, lo saluta fremendo con la codina alzata come se fosse suo fidanzato. Lui la protegge da Clara, la mia border collie, come se fosse suo padre, si fa coccolare e lavare come se fosse suo figlio, ogni tanto se la acchiappa per la collottola come se fosse suo marito.
Ma soprattutto passano un sacco di tempo vicini. Così, per familiarità, attrazione e amicizia.
E da sterili, lontanissimi e per nulla azzeccanti esseri viventi quali sono, mi spiegano tutti i giorni che le relazioni migliori per essere tali devono avere il dono della fluidità, della transizione, dello scambio.
In culo alle convenzioni. E alla faccia di tutti i ruoli a cui abbiamo un disperato bisogno di aggrapparci noi, che non abbiamo coda né facoltà di saltare da un tetto all’altro.
#capitanoghimli #emilygatainfluenzer
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