Scatti rubati all’ultima replica di “Lago Biwa old japanese stories” al laghetto di Crezzo.
Quando leggo la storia dell’estate che non muore mai, mi sento un equilibrista che cammina sopra un abisso di intensità emotiva, tra timore e desiderio di esserne travolta.
Curioso l’haiku che ho trovato (per caso?) a corollario di una scena.
Mi riporta alla dimensione del racconto che ho scritto per il concorso Lettelario.
Sincronicità regalate come sempre dal teatro.
“Il corvo dorato discende dalla sua dimora d’Occidente.
La voce dei tamburi incalza la mia vita ormai breve.
Sulla via dell’oltretomba né ospiti né padroni.
Questa sera alla casa di chi mai mi potrò rivolgere?”


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